Vujadin Boskov, in Italia, è soprattutto ricordato per lo storico scudetto della Sampdoria nel 1991. بوكر اون لاين
Con i blucerchiati, dal 1986 al 1992, Vujadin Boskov vinse 2 Coppa Italia di seguito (1988 e 1989), 1 Coppa delle Coppe (1990), 1 Campionato e 1 Supercoppa Italiana (1991). In tutti questi successi uno dei protagonisti indiscussi fu proprio Roberto Mancini che con Gianluca Vialli formava una delle coppie d’attacco più forti al mondo. بوكر حقيقي
Vujadin Boskov in questa intervista ricorda con il suo accento simpatico e inconfondibile tutti i limiti e i pregi del “Mancio”. In verità gli trova solo un difetto: “…. رهان اون لاين se Roberto Mancini ha un carattere un po’ meno aggressivo diventa un grandissimo giocatore….”. Ma poi continua: “…Roberto Mancini, per me è stato uno dei più grandi giocatori che ho avuto…”. In effetti il carattere del Mancio, anche chiamato Bobby-gol, è stato il più grande limite di un giocatore dalle qualità eccelse: a soli 16 anni esordì in serie A con la maglia del Bologna: era il 13 settembre 1981, e la partita era Bologna – Cagliari finita 1-1. Il suo spirito polemico, però, gli impedì di avere una carriera all’altezza delle sue qualità con la maglia della nazionale. Fu titolare fisso solo nella prima fase della gestione Vicini e di lui si ricorda soprattutto, quasi emblematicamente, l’esultanza dopo il gol del vantaggio realizzato contro la Germania Ovest, partita di apertura dei Campionati Europei del 1988: rivolse inequivocabili gesti all’indirizzo dei giornalisti italiani presenti allo stadio, alimentando ulteriormente i contrasti con gli stessi.
Anni dopo fu proprio Mancini a dire: “…dopo dieci anni di tentativi avevo capito che in azzurro non avrei mai sfondato. Colpa mia, del mio carattere particolare, della fiducia incondizionata che ho bisogno di sentire. Mi resta il rimpianto di non aver trovato un tecnico che mi dicesse “punto su di te a prescindere, per dieci partite sarai titolare…”.
Vujadin Boskov questa fiducia ha saputo trasmettergliela, e lui ha saputo ripagarla contribuendo in modo determinante al periodo d’oro della Sampdoria.