Annata 1984/85, nel campionato italiano di calcio, un Napoli in difficoltà viene salvato nel girone di ritorno dai gol straordinari e dalle funamboliche giocate del Pibe de Oro, alias Diego Armando Maradona

Chi lo ha acquistato superando un’agguerrita concorrenza ha intuito benissimo che quel giocatore argentino già noto alle platee calcistiche di tutto il mondo è un autentico fenomeno destinato a entrare nella storia del calcio, a rinverdire la leggenda dei numeri 10 di Di Stefano e di Pelè. Il San Paolo, entusiasta, ne canta le lodi, la città lo ringrazia e il primo nato dopo i botti di Capodanno prenderà il nome di Diego Armando come tanti altri bimbi che verranno.

Nella stagione 1986/87 il Pibe de Oro fa entrare il Napoli nella storia del calcio facendogli vincere il primo scudetto, il titolo tanto atteso e promesso da Diego fin dal giorno del suo arrivo: gli azzurri conquistano la prima posizione alla settima giornata e non l’abbandoneranno mai in una lunga ed esaltante corsa che travolgerà le sue dirette concorrenti, Juventus e Inter su tutte. L’appetito vien vincendo, così il Napoli, insaziabile, si aggiudica per la terza volta nella sua storia la Coppa Italia: è la conferma di un dominio netto, indiscutibile.

Il 1987/88 fu l’anno della delusione: sembra già fatta per un bis straordinario invece il Napoli si mangia un cospicuo vantaggio e si fa scavalcare dal Milan in un drammatico scontro diretto al San Paolo. Le polemiche avvelenano l’ambiente: le divisioni tra giocatori, allenatori e dirigenza non aiutano la squadra a superare i momenti difficili. Non bastano il Pibe de Oro e un attacco esplosivo per confermarsi Campioni d’Italia.

Alemao, Careca, Maradona: un fantastico trio sudamericano si esprime nel Napoli del 1988/89, l’anno di un altro piazzamento d’onore alle spalle di un Inter da record. La compagine Partenopea conferma la sua potenza con una serie di sonanti e prestigiose affermazioni: 8-2 al Pescara, 4-1 al Milan per rimarginare la ferita dell’anno precedente, 5-3 alla Juve sul terreno del Comunale di Torino. Lo spettacolo continua sulla ribalta europea: il Napoli si aggiudica il suo primo successo internazionale vincendo la coppa UEFA ai danno dello Stoccarda. Nella finale di andata, al San Paolo, proprio un napoletano emigrato in Germania, Gaudino, mette in apprensione i partenopei salvati, alla fine, da due invenzioni di Maradona. Il 17 maggio del 1989 si gioca a Stoccarda la partita di ritorno: è questa una delle più grandi prestazioni del Pibe de Oro in maglia azzurra. Due assist e una quantità inenarrabile di giocate fantastiche lo portano, in qualità di capitano del Napoli, ad alzare una coppa strameritata.

1989/90, la beffa questa volta non si compie: il Milan rimonta sul Napoli in fuga, ma il Pibe de Oro e compagni non mollano, riprendono il cammino e riescono nuovamente a superare i rossoneri in un finale pieno di strascichi polemici aggiudicandosi il secondo scudetto.

“La mia Italia è Napoli, io ho sempre giocato per i bambini poveri, per i bambini che sono per strada a Napoli, e ce ne sono tantissimi”. Questa dichiarazione di Maradona sottolinea il forte legame che c’è tutt’ora tra la città ed il Pibe de Oro.

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