In Sudafrica erano 6 gli juventini, in grande maggioranza. Prandelli non cambia e utilizza la stessa quota di Lippi. Il destino sarà diverso?
La lista definitiva dei convocati stilata da Cesare Prandelli presenta un’inquietante somiglianza con quella proposta da Marcello Lippi 4 anni fa. Juventini e milanisti sono in egual numero, anche se è praticamente cambiato tutto. Del blocco juve Buffon, Chiellini e Marchisio si ripropongono, stavolta da campioni d’Italia per la terza volta consecutiva e non reduci da un malinconico settimo posto. Interessante è che due degli altri componenti la colonia bianconera fossero già presenti in Sudafrica ma come rappresentanti di altri club: Pirlo per il Milan (la vera spiegazione, oltre a Conte, dei mutati rapporti di forza in campionato); Bonucci per il Bari. Il sesto è Barzagli, un campione del mondo 2006, una sicurezza indiscutibile al netto dei suoi problemi tendinei. Anche i milanisti sono 3 come nell’edizione precedente: Gattuso-Zambrotta-Pirlo hanno lasciato il posto a De Sciglio-Abate-Balotelli. Sul piano dell’affidabilità pura certamente Lippi si poteva considerare più fortunato in questo caso, ma Prandelli può sempre sperare nel fattore Balo, che può essere tutto o niente (anche all’interno di una singola partita).
Le vere novità sono la promozione degli italiani all’estero e la constatazione che è nella zona Europa League che vanno cercati spunti interessanti. Prandelli fa un ampio ricorso ai “francesi” del Psg. Sirigu, Verratti e Thiago Motta non sono solo il segno che ormai uno dei doverosi compiti del Ct sta nel direzionare il proprio sguardo oltre i confini della patria. Il Psg sa vincere e permette di fare esperienza, una vera garanzia. Quanto a Parma e Torino, con il loro trio di azzurri (Paletta-Parolo-Cassano; Darmian-Cerci-Immobile) suggerisce che qualcosa sta cambiando – in meglio – nelle parti meno elevate della classifica. I 6 non eccellono certamente per frequentazione internazionale, a eccezione del più discolo e talentuoso di tutti, che non a caso indossa il numero 10. Non ci sarebbe da stupirsi, però, se proprio da loro arrivasse qualche lieta sorpresa.