Per il Real Madrid una rimonta molto difficile in Liga
A 8 giornate dalla fine 4 punti possono essere un divario incolmabile se chi li detiene in più si chiama Barcellona. Ma un calendario più difficile (a partire dalla trasferta sul campo del Siviglia sabato sera) e il fattore Champions League ancora tutto da capire nel suo reale peso potrebbe regalare un finale più equilibrato rimettendo in gioco un Real Madrid che non ha alcuna intenzione di mollare.
C’è però un elemento realmente importante che può funzionare da calmante, qualora i blaugrana vivessero una sottile forma di ansia da primato. Se le insidie maggiori potrebbero arrivare dagli incontri fuori casa, lo score finora registrato dalla squadra di Luis Enrique è del tutto rassicurante. E’ lì che si è determinata la reale differenza tra i due club, a maggior ragione nell’ultimo periodo, dove le merengues hanno inciampato 3 volte negli ultimi incontri perdendo i confronti diretti nel derby con l’Atletico, a Bilbao e al Camp Nou. Lo stesso successo di ieri sul Rayo Vallecano, apparentemente semplice nel classico punteggio di 0-2, dice che non tutto funziona a meraviglia se il Real Madrid è riuscito a sbloccare il risultato solo a metà ripresa, per effetto peraltro di una grande accelerazione di Carvajal che ha poi fornito a Cristiano Ronaldo un assist che è valso oro. E’ vero che quello non era un campo facile. Ma il segnale desta qualche preoccupazione, tenendo conto che i blancos sono entrati in campo con un obbligo ancor più evidente di raccogliere i 3 punti dopo che i capoclassifica avevano fatto il loro dovere con l’Almeria.
Il Real Madrid ha sicuramente pagato la situazione d’emergenza registrata soprattutto dall’inizio del 2015 nel reparto difensivo. I numeri lo testimoniano in maniera più che eloquente. Non è tanto il divario col Barcellona, che ha incassato solo 17 reti a fronte dei 27 palloni finiti alle spalle di Casillas. Colpisce che ci siano addirittura altre tre formazioni che hanno fatto meglio in tal senso: Valencia, Atletico Madrid e Villarreal. E’ un dato che assume ancora più importanza pensando a ciò che si è determinato la scorsa stagione nella Liga. Perché lì c’è la vera lezione. Siamo tutti abituati un po’ superficialmente a considerare il massimo torneo spagnolo per le virtù offensive che ospita e per le cifre sconvolgenti che si accompagnano, con attacchi capaci di toccare e superare quota 100 gol in 38 incontri e il duello per la leadership dei cannonieri su vette che solo Cristiano Ronaldo e Messi possono toccare. Ma a vincere, nell’edizione 2013-14, è stato l’Atletico Madrid, che rispetto ai cugini ha segnato ben 27 reti in meno ma in virtù di una straordinaria forza difensiva si è conquistato l’intera posta. E se non ci fosse stata una mancanza sull’ultimo calcio d’angolo, sarebbe riuscito ad alzare pure la coppa dalle grandi orecchie.
In più, se i difensori riescono pure a siglare gol pesanti, come ha fatto Mathieu che ha regalato al Barcellona 4 punti in 2 gare nelle ultime settimane, diventa davvero difficile pensare che il titolo quest’anno non finisca in Catalunya.