Il Toro di Ventura non arresta la sua corsa: adesso non deve accontentarsi
Essere riusciti a riportare il Toro ai giorni del 1976-77, quando con lo scudetto sul petto si travolgevano gli avversari e si contendeva lo scudetto alla Juventus, è quanto di più soddisfacente può esserci per l’ambiente granata. Giampiero Ventura come Gigi Radice quindi, e già l’accostamento non può che inorgoglire un allenatore poco visto dalle grandi (ma come ha scritto Maurizio Crosetti su La Repubblica, peggio per loro, considerando quanti fatui innamoramenti verso più giovani hanno avuto, pagandoli a caro prezzo). Ma più che guardare così lontano nel tempo, per quanto sia piacevole, è bene ricordarsi da dove la serie dei 12 risultati utili sia partita per capire l’effettiva impresa di Glik e compagni, ai quali poi va aggiunto il cammino europeo, anch’esso suscitatore di grandi entusiasmi.
Il Toro che perde il derby all’ultimo secondo (e stavolta non è un modo di dire) è una squadra che immagazzina tre sconfitte consecutive, due delle quali prodotte in zona Cesarini e pertanto ancor più colpevolizzanti. Bisogna avere nervi saldi e lucidità di giudizio per evitare guai ulteriori, tenendo conto che la classifica parla chiaro: va bene essere in corsa per l’Europa League, ma la zona pericolo dista solo 2 punti, un’inezia se si prosegue con questo stato di cose. E invece no, il Toro si ritrova e lo fa per piccoli passi. Pareggia in casa con il Palermo, pur andando due volte in svantaggio. Poi rimedia uno 0-0 a Empoli, in una prestazione tutt’altro che esaltante, una di quelle che si possono solo giustificare con la classica valutazione del punto che muove la classifica. Infine, a chiusura del miniciclo pe risalite, c’è l’intervallo di Torino-Genoa. Granata sotto di una rete, che significherebbe piombare realmente in un clima di contestazione (a prescindere dalle richieste di mercato un po’ di tutti, tifosi e media, alle quali Cairo resisterà dimostrando di avere ragione). لعبة سلوتس Nella ripresa, avviene il miracolo. قواعد لعبة الروليت Che tale non va considerato perché se è vero che impressiona la doppietta di un centrale difensivo, nel caso di capitan Glik è la conferma di quanto sappia essere decisivo sulle palle inattive. Gol che funzionano anche come spinta morale, come se valessero ben di più dei 3 punti garantiti, sono un messaggio che scalare la classifica è tutt’altro che impossibile.
E difatti, la rimonta riesce in pieno, tanto che oggi, dopo aver dimostrato di saper assorbire benissimo le fatiche infrasettimanali contro un Napoli invece piuttosto dimesso, il Toro potrebbe anche fare un pensierino a confermare la sua presenza in Europa League anche l’anno prossimo. Perché è proprio osservando il periodo favorevole che si possono cogliere segnali importanti. لعب لربح المال
Primo indizio positivo è stato la gestione di alcuni finali. Punti pesanti ottenuti nei minuti conclusivi, con le milanesi e a Firenze, con il Cagliari e soprattutto a Cesena. E proprio in Romagna, in una gara che sembrava autenticare un suicidio nel passaggio dal doppio vantaggio al pareggio, si è vista la forza di un gruppo che sa reagire agli errori, proprio come è successo in Spagna dove all’Athletic Bilbao non è bastato rimediare due volte per piegare l’umore del Torino. Se poi si osserva l’autorità dei successi sulla Sampdoria e sul Chievo, l’idea di avere ancora tanto da dire è tutt’altro che una suggestione azzardata e Ventura farebbe bene a dirlo ai suoi ragazzi, non permettendo di accontentarsi di quanto già fatto.