1983-84: Toro-Lazio 4-0. Il presidente biancoceleste Chinaglia è incredulo ed improvvisa un Adriano Pappalardo in versione calcistica

Nella sera del 20 novembre del 1983 alla Domenica Sportiva si celebra il successo del Toro sulla Lazio. Un punteggio netto, un 4-0 inequivocabile che fa dire al giornalista romano Ezio De Cesari che i granata potrebbero anche diventare la terza forza del campionato per due motivi: sono gli unici che hanno battuto le due capoclassifica, Juventus e Roma. E poi, il tecnico Bersellini ha dimostrato una dote non comune: ha saputo imparare dalle sconfitte patite una cosa molto importante, conoscere i propri limiti.

Oggi Juventus e Roma mantengono la leadership del campionato come allora, sebbene non siano più appaiate in classifica. E la terza forza minaccia di diventare proprio la Lazio, soprattutto se all’Olimpico di Torino riuscisse a proseguire l’attuale striscia positiva. Quanto a Ventura, si può certamente sostenere anche per lui che i momenti negativi ha saputo trasformarli e oggi la sua creatura la conosce perfettamente ed è diventata un tutt’uno con le idee elaborate in questi anni. Tanto è vero che anche Villas-Boas, in sede di presentazione di Zenit-Torino, ha speso valutazioni di aperta stima.

Il poker del 1983-84 fu firmato da Schachner in apertura di gara, Dossena alla mezzora e Hernandez con una doppietta nella ripresa. L’argentino quel giorno sembrò irresistibile palla al piede e freddo quanto basta per andare a segno anche su rigore (il gol del 3-0). Il protagonista della giornata, però, fu il presidente laziale Giorgio Chinaglia, uno che quando parlava veniva certamente più ascoltato di Lotito anche perché il popolo biancoceleste lo venerava in virtù del suo passato da calciatore. Ed anche la sincerità delle sue analisi piaceva, non risparmiavano nessuno e sembravano sfoghi ad alta voce che ogni tifoso in fondo faceva in cuor suo. “Non posso stare fermo, devo assolutamente fare qualcosa”, fu l’incipit del suo intervento come un Adriano Pappalardo in versione calcistica. Proseguendo con voce pacata ma ferma: “Una cosa è certa: prenderò provvedimenti. Questo stato di cose non può continuare. La Lazio non è mai stata in partita e abbiamo preso 4 gol, mi sembra che già questo basti per chiarire molte cose. Il Toro ha trovato tutto troppo facile e poi non è possibile iniziare sempre la gara e trovarsi subito sotto di un gol”.

Le parole pronunciate alla stampa devono poi essere state ancora più dure con la squadra. E qualche effetto si creò, se è vero che sette giorni dopo arrivò un rinfrancante 3-0 sul Catania. Quanto manca Giorgione Chinaglia.

CONDIVIDI